Stupendo! Tra Sangbochen e Ghami i paesaggi per me sono unici. Abbiamo raggiunto il passo più alto del trekking: 4.025 metri, una fatica boia, non tanto per le gambe quanto per il fiato. Finalmente sono arrivato alla sommità. Gopal mi aspetta tranquillo e calmo. Scattiamo alcune foto per ricordo. Mi guardo verso Sud Est: trovo le montagne innevate del massiccio dell’Annapurna, il Tilicho Peak, il Dhaulaghiri e tante tante altre. Montagne immense ed enormi. Quante lotte e storie per conquistarle! Giro lo sguardo verso Nord e in fondo, tra i monti gialli ocra, scorgo Ghami.
Che bello, sembra quasi essere a casa! Il paesino è bello ma con tanti escrementi a seccare in ogni dove. Non ci sono alberi per accendere il fuoco, non c’è gas e nemmeno cherosene per scaldare una stanza, ma tanti escrementi, quelli sì! Incontro tre ragazzine che mi chiedono ovviamente qualcosa a ricompensa della loro disponibilità ad essere fotografate. Hanno le gerle piene di escrementi. Me le ritroverò vicine per tutto il resto della giornata!
La zona è famosa per le sue patate ed è piena di piccoli stupa dal colore bianco, nero e ocra. Le case sono tutte bianche e i tetti non hanno tegole, ma al loro posto legni ed arbusti a seccare al sole.
Sono in cucina e osservo mentre si prepara il cibo. Le pentole a pressione fischiano mentre le mani mescolano i pezzi di pollo insieme ad una specie di besciamella gialla come se stessero per essere impanati. Quando l’amalgama risulta perfetta, giù nella padella a friggere e disinfettarsi. La cucina ha la stessa funzione della nostra osteria. Qui tutti si ritrovano, amici e sconosciuti. Dopo cinque minuti sono tutti amici. Tutti discutono animatamente come se tutti si conoscessero da una vita, ma domani ognuno prenderà la propria strada.
Gopal mi mostra la carta: “Domani saremo a Charang”, mi dice, mostrandomi la salita. “Te la senti?” “Beh, anche no” gli rispondo. “Se ci fosse un cavallo o una jeep sarebbe anche meglio. Capisco il trekking, ma se si potesse…”.