11 Novembre 2014 – Martedì
Oggi veramente si parte! È una tappa di trasferimento Lukla – Kathmandu (1.334 m.) Mi sveglio alle 4 e un quarto per preparare tutto al meglio. Non devo dimenticare proprio nulla.
La partenza
Dopo la giornata di ieri, mi sento ancora un pò giù. Ma l’idea di potermi fare, finalmente, un bagno senza la paura di finire congelato e quella di mangiare, finalmente “continentale”, mi rincuorano. Dopo una veloce colazione, mi ritrovo con BeBe fuori dal lodge. Mi accompagna fino all’entrata dell’aeroporto. Cosa dire! Ci salutiamo con un abbraccio e ognuno prende la propria strada. Mi ritrovo, dopo il check-in, in attesa del volo di rientro. Orario 6:20, sono le 8 e 15 e sono ancora qui ad aspettare. Ho visto i piccoli aerei di tutte le compagnie che operano nello scalo, tranne il nostro.
Si parte!
Chiaramente nessuna informazione viene data. C’è solo d’aspettare. Alle 08:30 eccolo! Rombando, rulla sulla pista, una veloce manovra e si ferma. Scendono i nuovi trekkers. Sono tutti puliti, allegri e pieni di aspettative. Le macchine fotografiche cominciano a scattare. Che strano io mi sento un veterano. È il nostro turno. Salgo sul piccolo bimotore. È un decollo che non permette errori. Dopo 400 metri c’è il precipizio quindi tutto deve funzionare. L’aereo prende posizione. I motori sono al massimo. Il frastuono è totale. Tutto vibra. Si parte! Aiutato dalla pendenza della pista l’aereo prende subito velocità. Si alza velocemente verso il blue del cielo. Dall’alto tutto sembra immenso e noi, piccoli e presuntuosi temerari, a sfidare le forze dalla natura che ci vorrebbero prigionieri della forza di gravità. I primi venti minuti sono carichi di turbolenze.
L’incontro con Krisna
Il comandante si gira verso di noi. Sorride! Vedo in lontananze le cime. “Chissà dov’ero!”, mi chiedo. “Certamente in un punto in mezzo a quell’infinito” mi rispondo. Ormai Kathmandu è sotto di noi. Dopo tanti giorni rivedo una strada e del traffico. I motori sono al minimo. Un leggero scossone e ci ritroviamo dove la gravità ci impone di essere. Questa volta incontro il personale di Amici & Trek appena fuori dall’aeroporto. Anzi, per essere sincero, questa volta sento chiamare il mio nome: Giorgio! “Si”, faccio io, girandomi. È Krisna, l’accompagnatore che sarà con me gli ultimi due giorni prima della partenza verso l’Italia. Raggiungo l’albergo e quando sto per salutare Krisna lui mi dice: “allora questa sera ci vediamo alle 18:30”. “Per che cosa?” gli chiedo. “Sai il programma prevedeva una cena tipica a Lukla. Sappiamo che sei stato poco bene e abbiamo pensato di farla qui”.
Finalmente un bagno decente
Nooooooo, penso dentro di me. Ancora zuppa di lenticchie, riso e momo ne sono sicuro. Non riesco a dire di no. Siamo in mezzo ad un traffico terribile abbiamo percorso sette chilometri in un ora. Krisna è allegro e mi parla in continuazione. Capisco poco e anche non voglio capire molto. Penso solo ad un bagno ed a starmene in pace per riprendere le forze mangiando all’europea. Vista la cortesia di sono fatto oggetto: “va bene”, rispondo mio malgrado. “Porto mio figlio”, dice lui . Mi stringe la mano e sparisce velocemente. Io giro i rubinetti del bagno. Sento l’acqua calda scendere e riempire la vasca. Un’ora d’orologio, tanto rimango a mollo. Mi rivesto e mando in lavanderia della biancheria che calcolo mi possa servire in questi due ultimi giorni. Alla sera. puntuale arriva Krisna e suo figlio.
Una cena tipica
È sempre sorridente. In taxi arriviamo al locale tipico. È una bellissima ristrutturazione di un palazzo antico abitato da nobili della zona. È pieno di turisti. Ci togliamo le scarpe per entrare. I tavolini sono bassissimi. Non è proprio il massimo per la mia schiena. Iniziano le danze. Si, proprio le danze! Tra una portata e l’altra dei danzatori in costume tipico hanno dato mostra di abilità ballando dei vecchi motivi nepalesi. Krisna è un tipo molto aperto. Parla animatamente dei problemi delle genti nepalesi. “Non pagheremo tasse” mi dice “ma qui ogni cosa devi pagartela se la vuoi. Istruzione, cure mediche , pensione è tutto a tuo carico. È molto dura con gli stipendi da fame che abbiamo. E per fortuna io lavoro per 80 euro al mese sono un fortunato. La cena non riesco proprio a terminarla. Ho il rifiuto! Mi scuso con Krisna ed offro il caffè e un liquore a fine pasto.
Il rientro
Rientriamo in albergo ormai è notte fonda. Ci sono poche persone per la strada ed il traffico è calato parecchio. Entro in camera, sistemo due cose prima di coricarmi. Ho tra le mani il mio “amico” di viaggio: il Garmin. Alla fine quanti chilometri ho fatto in 14 giorni? Lo accendo per curiosità. Leggo sul display sono 170 chilometri e 530 metri. Mi distendo sul letto e mi addormento in un batter d’occhio. È mattino presto, apro la porta. Marina è lì, mi aspetta. L’abbraccio e le sossurro: Namaste! Poi, lentamente, mi siedo e comincio a leggerle questo mi diario………