Namche Bazar – Phakding (2.610 m.)

09 Novembre 2014 – Domenica

Pangboche – Namche Bazar

Oggi è la penultima tappa da Namche Bazar a Phakding (2.610 m.). Si sente odore di casa.

La ripida discesa

Sono le 10:30 si parte! Da Namche Bazar raggiungeremo Phakding (2.610 m.). Ho acquistato qualche piccolo ricordo. Si è vero, si parte, ormai siamo alle ultime battute. Rifacciamo la ripida discesa che ci porterà prima a Jorsale, e successivamente, a Phakding. Oggi incontro una quantità impressionante di portatori con carichi mostruosi. Ho chiesto ad uno di loro che si stava riposando, quanto trasportava. “100 chili”, mi risponde! Il bello è che queste persone piccole e magrissime si caricano il peso che in ultima istanza, poggia sulla testa.

I portatori compagni del trekking

Namche Bazar – Phakding

Dalla gerla parte una corda che collega i suoi due lati ed è abbastanza lasca da poter essere posta sulla fronte e aiutare, quindi, anche con muscolatura del collo, il sollevamento del carico. I portatori si portano appresso anche uno strano bastone. All’inizio non capivo bene. Il bastone è troppo corto per essere d’aiuto nel procedere, anche se tutto quel peso porta la schiena verso il terreno. Dopo poco ho capito! È una sorta di sedia trasportabile. Il portatore quando ha bisogno di riposare prende questa sorta di sedia sulla quale appoggiare parte del suo deretano e della gerla. Ingegnoso!

Scarpe da ginnastica?

Pangboche – Namche Bazar

Chiedo a BeBe ma come funziona con i portatori in quanto vedo qualcuno con una specie di divisa. Lui mi spiega che, normalmente, i portatori sono “gestiti” da più agenzie e prestano i loro servizi a chiunque chieda loro di trasportare qualcosa. Ho visto di tutto: porte, sedie addirittura parte di tetti in lamiera. L’incredibile è vedere le calzature dei portatori e paragonarle ai nostri scarponi. Non c’è storia! Scarpe da ginnastica? È tanto chiamarle così. Normalmente sono tutte deformate e alcune rotte. Ho incontrato alcuni portatori che salivano con ai piedi gli infradito a 5.000 metri!

Una processione di animali

Pangboche – Namche Bazar

Oltre ai portatori trovi gli asini, i muli e gli yaks. BeBe mi spiega che è sbagliato chiamarli così in effetti quelli che incontriamo non sono gli “originali” ma frutto di continui incroci. Insomma tra portatori umani e animali è un’economia in continuo movimento. Tra Namche e Jorsale incontriamo nuovamente il posto di blocco militare dove confermiamo il nostro passaggio. Ci depennano dalla lista dei trekkers da monitorare. Ufficialmente per le autorità siamo “fuori pericolo”. Con una piccola cifra, da devolvere al mantenimento del parco del Sagarmatha, mi viene rilasciato un certificato sul quale il funzionario, “spunta” l’obiettivo raggiunto: Everest Base Camp (5.364 m).

Sono stanco e gambe legnose

Pangboche – Namche Bazar

Ricevo anche la Registration Card con tanto di fotografia. Che bel ricordo! Appena arrivo a Udine incornicio il tutto. Alla fine arriviamo a Jorsale. Mangiamo e riprendiamo il cammino verso Phakding. La discesa è terminata, ora un continuo salire e scendere. Veramente non ho più forze! BeBe si deve fermare ripetutamente ad aspettarmi. Sono solo 11 i chilometri tra Namche e Phakding. Una vita! Non riesco a tenere un passo regolare. Le gambe improvvisamente si sono fatte legnose e pesanti, come se il corpo sapendo, di essere alla fine del viaggio, abbia deciso di fermarsi improvvisamente.

BASTAAAAAA!

Ogni discesa è fatta per raggiungere un ponticello e la conseguente salita per raggiungere un piccolo villaggio. BASTAAAAAA! Dico a voce alta. Sono arrabbiato con il mondo intero. Maledetta idea del trekking e poi, ad una certa età, queste cose non si fanno! BeBe mi guarda sorride. Capisco che non ha senso protestare. Saranno solo le mie gambe a riportami indietro. Mi fermo per un tea. Uno, due, tre cucchiaini di miele nella speranza di trovare le ultime munizioni. Arrivo finalmente a Phakding. Sono veramente stravolto!

Domani tutto finirà

Letteralmente mi lascio cadere sulla panca. Mangio in fretta forse troppo in fretta dopo uno sforzo così intenso e prolungato. Bevo del mango caldo per “ricaricarmi” e mi butto sulla branda.Mi addormento pensando che domani sarò a Lukla e considerando la differenza di quando sono passato 13 giorni fa dallo stesso posto. Fresco e pieno di grinta, ora mogio e stanco, con la sola idea di terminare.

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